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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

il cibo della vita

A volte ci capitava anche di dormire a casa della nonna e il povero nonno era costretto a trasferirsi nella fredda stanza degli ospiti e noi, maestose e festose, giacevano nel lettone con lei per una notte intera.           Eravamo buffe, con l’attesa dipinta sul viso dalla gioia, sapevamo che la fiaba della notte sarebbe stata sempre più bella e che la nonna avrebbe raccolto per noi tutte le stelle del firmamento per illuminare i nostri occhi che, a mano a mano, si chiudevano con la complicità del sonno tra le ciglia riottose ad avvicinarsi per dare pace alla casa e alla matriarca affettuosa.           Passava così il nostro giorno preferito e il lunedì ricominciava la scuola, preparavamo le cartelle belle con i pastelli a cera, le matite e i pennarelli colorati profumati di novità, i quaderni a righe e a quadretti , la merendina e c'era sempre un palpito di paura nell'affrontare un nuovo giorno scolastico, "avete fatto tutti i compiti, vi siete dimenticate ni

il cibo della vita

                        E noi in punta di piedi con occhi grandi grandi cercavamo di carpire i segreti d'o'raù magico che si mangiava la domenica.         Guardavamo nella pentola il famoso sugo della nonna,  colore del cuore, profumo di pomodori maturi, consistenza corposa che ricordava la lava di un vulcano, un insieme di ingredienti polposi che arrivavano all'anima e ti travolgevano come onde del mare.      La in quella pentola, il vento e il Mediterrane si mescolavano ed erano  furiosi nel ribollire pacato del sugo.      Lo spettacolo di tutto quel cibo ci coinvolgeva e ci eccitava dal momento che dovevamo partecipare a tutto   quel tramestio domenicale. Così immancabile sul grande tavolo c'era la nostra postazione, un po' di farina da mischiare con qualche goccia d'acqua per fare dei finti gnocchi, che a tavola poi si moltiplicavano fino a far da pasto per più di ootto persone.       

le nascite

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Il cibo dell'anima. Auguri, auguri, auguri. Fuori dalla sala parto un piccolo gruppo di parenti si abbraccia emozionato mentre un vagito esplode di vita dall'interno, è nato. Il neonato piange per riempire di vita i polmoni e per reclamare la sua fonte primaria di sopravvivenza. Comincia così il percorso di un nuovo essere umano tra le pighe della vita accompagnato da una costante che non abbandonerà mai di essere la sua più importante necessità "IL CIBO". E  ora è tempo di festeggiare l'evento, in casa fervono i preparativi per il pranzo che accoglierà il nuovo arrivato.  La nonna ricopre la tavola stendendo con cura la più bella tovaglia ricamata del suo corredo, quella con il pizzo che un'altra nonna antica aveva cucito punto dopo punto e che irradia amore dal candore del suo tessuto.  E lei indugia, trasognata, su quel lino inamidato accarezzandone ogni fiore ed ogni foglia che, come un messaggio nascosto, le parlano di riti sacri santificati con il cibo d

un'ode al silenzio della notte che porta con sé la magia e lo struggimento di un amore negato dalla vita.

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Il silenzio. Una voce nel silenzio annuncia un canto, strugge l'anima nel sentimento che da lontano si ode arrivare come un rammarico.  Le note, strappate e confuse, arrivano portate dal lieve vento singhiozzando il dolore infranto e la passione .  Gli occhi socchiusi al buio, i sensi immobili, il capo chino come in preghiera, penitente l'anima per quel dolore lontano e il pulsare di vita è cheto per afferare i dolenti  sussurri melodiosi.  Si sente il soffrire di due essenze in quei versi eterni, le rime amate si sporgono  a strattonare  l'anima, come una tormenta che scuote i fusti e le sue cime e il canto poi si acquieta rassegnato, il silenzio regna dinuovo forte e maestoso pulsando  nella notte buia senza stelle, si arrende ormai sconfitta la serena voce amante rattristata dall'incanto del silenzio.

Stabia un versi seconda edizione. Una poesia nata per amore.

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Maternità E ogni lacrima che si affaccia riottosa alle ciglia  Vuol’ essere un po’ l'ombra dell'anima che soffre Vuol’ essere testimone silenziosa  di ombre tremolanti che passano  negli occhi stanchi di chi pensa di aver visto tutto. Ma poi  Improvvisa Esplode immensa la luce  Di mille candele che bruciano  Vivide, proiettano non più ombre minacciose  Ma speranza splendida che brilla  Danzando tra le mille fiammelle  Riflesse negli occhi  Ormai non più umidi ma accesi  Da una nuova vita che vuol’ essere  Testimone silenziosa di una vita nuova.  Lei è lì  Immobile che ASPETTA Tra le braccia forti   Di un abbraccio SPEZZATO  Di portarti con sé  Nel nuovo cammino di luce  Lei, la SPERANZA.

la pastiera

la pastiera napoletana

un racconto incantato

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Dopo la battaglia  per accaparrarsi i nostri pasticcini preferiti  io e  mia sorella Francesca  andavamo sul lettone con lei  per il riposino pomeridiano, i piatti infatti li lavavano le giovani donne di famiglia forse  per disfarsi di noi  e chiacchierare insieme allegre dei fatti intimi della famiglia.       "E nun zumpate n'copp o lietto, si scassano ‘e molle." il nonno aveva da poco cambiato il materasso di lana cardata con un più comodo Permaflex per evitare che la moglie si stancasse troppo a rifarlo, lei aveva  dismesso da poco i  famosi materassi imbottiti di lana che ogni anno doveva essere cardata e che ogni giorno dovevano essere sbattuti per rinfrescarli dall'umidità notturna. Che fatica.          Tutto a casa della nonna aveva  un rituale scadenzato e giornaliero e noi, invece,  eravamo dispensate dall' omaggiarlo .           Lei fingeva di scandalizzarsi per le nostre monellerie e ci lasciava   saltare come grilli sul lettone nuovo con ancora lo zucc

viva il carnevale.

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ed ecco che arriva il carnevale. Ma di cosa si tratta, è una festa dedicata ai bambini o si tratta di qualche altra cosa? Lo scopriremo insieme domani e vi racconterò che legame ha con il cibo e le tradizioni che ci accompagnano silenziose e presenti da  sempre. 

il cibo della vita

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E invece lui era un uomo semplice,  affettuoso e di poche parole, aveva abdicato all' uso delle chiacchiere in favore della moglie che con fare autoritario metteva tutta la famiglia in riga.     Ma nonostante il suo silenzioso percorso aveva dedicato l'esistenza a costruire un  piccolissimo impero da condividere con i figli.        La sua disponibilità per noi, quando esplose,  fu' tanto importante da travolgerci con un'insospettabile affetto fatto di piccole attenzioni,  sorrisi infiniti e di una presenza insostituibile.        Erano sempre presenti per  me  le  telline*  che lui comprava dal pescatore di fiducia quando,  dopo la scuola, mi fermavo a pranzo da loro, sono piccole coccole indimenticabili così come il sapore di quei piccolissimi mitili profumati.             E noi in punta di piedi con occhi grandi grandi cercavamo di carpire i segreti d'o'raù magico che si mangiava la domenica.         Guardavamo nella pentola il famoso sugo della nonna,  colore

il cibo della vita

Il Cibo della vita docu film

il cibo per il natale

Ore 20,22, "ferma la macchina davanti al 365!!". Mio marito mi lascia velocemente sul viale Europa, da stamattina non mi contraddice mai, strano, sarà perché sa che sto riprendendo il cortisone?  Scendo al volo, mi infilo nel supermercato, prendo un carrello, rotto, e sempre al volo,  lo riempio con patate, farina, lievito, zucchero, burro e olio di semi. Corro a casa, la busta pesa e la schiena mi fa male, perché non ho messo il Busto? Forse perché dovevo muovermi più in fretta oggi pomeriggio, dovevo ritirare gli Orologos, andare alla messa in suffragio per papà e correre a conoscere quello splendore di Lorenzo nato il 4 dicembre alle 2 meno un quarto del pomeriggio con sessant'anni di differenza dal nonno. Ma le zeppole dell'Immacolata le dovevo fare, è la tradizione, è la devozione, è nella natura delle cose di casa, è un obbligo naturale al quale non posso sottrarmi, è compito mio ora portare a termine la missione, ma le uova? Non ho preso le uova. "Mamma mi

il cibo della vita

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"Nun te spurcà a vesta buona", così tra una parola in italiano e qualche accenno al nostro  dialetto la nonna ci apostrofava prima di portarci in camera da letto dove ci faceva cambiare, Lei aveva, infatti, il cassetto magico da dove spuntavano pantaloncini e magliette che sempre calzavano alla perfezione.        I nostri abitini belli della domenica venivano stesi con cura sul grande letto e così poteva cominciare l'avventura del giorno preferito della settimana. La Domenica.     "M’aggi’ aizata e sei per fare il ragù*" cominciava la nonna con l'immancabile dialetto misto e noi" perché alle sei nonna ma sei pazza " ,  e continuavamo con un infinità di domande capitanate sempre da un "Perché".         "Per fare 0 rau', voi lo sapete che la nonna ha imparato da bambina a farlo, guai se mamma' vereva qualcosa fuori posto nella pentola, tutta a robba che ieva arinto la comprava essa che mane soie, io mi devo fa capace e chello c

il cibo della vita

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quando il Vesuvio ti guarda incappucciato sotto una coltre di neve puoi dire che è l'inverno è davvero arrivato

il cibo della vita

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una nuova avventura?

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Oltre alla dignità si respirava una grande pace, forse il sobbollire sopito del sugo, forse la quotidianità dei gesti che si ripetevano assidui e costanti in una danza millenaria di vita, forse l' entusiasmo di una famiglia che aveva intrapreso un nuovo percorso senza pensarci troppo su, così come se fosse stata scontata quella via, come se la via del futuro prossimo e del futuro "remoto" si fossero incontrate per incrociare un cammino da delineare per le generazioni future. Ma tutto questo era nascosto nelle ombre fosche del dila' da venire e neanche si affacciava alla mente di quella piccola donnina incinta che sarebbe diventata  "nonna Carmela", ,lei ripeteva la sua vita ignara giorno dopo giorno in quell'altalena di vita che è la vita stessa .il menù che veniva offerto era bucolico, semplice e saporito alla portata di tutti e il compenso richiesto rispettava i gli stessi canoni, non c'erano pretese né complicazioni che giravano attorno a quel cib

il cibo dell'anima, la poesia.

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Ed ora vado nel luogo segreto dove si nascondono i sorrisi mai fatti,  gli abbracci soffocati,  i vecchi ricordi che riscaldano il cuore,  le parole che ho sussurrato al vento,  le lacrime che ho regalato all'amore, Ed ora vado nel luogo segreto dove si nascondono i sentimenti,  lì forse troverò il senso della parola vita, Lì sicuramente ci sarà la prossima occasione, Un futuro nuovo dove riprovare non ha età e scadenze, Ed ora vado nel luogo segreto dove si nascondono i segreti.

il cibo dell'anima.

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Per la notte di San Lorenzo. La magia di una notte, una strana antica litania risuona nell'anima, una gioia speranzosa, una vita in bilico tra sacro e profano. E da lì, speri,  che la luce lontana, di gioielli incastonati nella notte, volga uno sguardo al tuo destino. Ardono come stelle i desideri umani mentre corre veloce lo sguardoi a cercare l'astro cadente per confidare l'intimo che  strugge trasportato dal vento di emozioni sopite. E la tua vita è lì sotto la notte ornata da milioni di lucciole immote e si offre, come sacrifio pagano, al capriccio di una pioggia magica che rapisce l'anima. Ancora una, una sola e il fato così può tessere una tela preziosa per il  futuro agognato, una stoffa preziosa che ammanti l'esistenza di sperate  speranze. Un attimo, è solo in quell'attimo che il fiato sospeso sospende i battiti e la vita, Ferma in qull'attimo, Ceca e ammaliata dall'antica magia, cerca affannata un nuovo desio tra i tanti cullatti nel

premio "Stabia in Versi".

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È notte. La luna, vanitosa, si specchia sul mare, ferma. La luce d'argento si irradia luminosa e prepotente, ignava ed egoista. La barca avanza nel silenzio ferendo le onde e il silenzio immoto. Una speranza silente spinge i marinai ad affrontare, notte dopo notte, le insidie del mare e le labbra serrate trattengono litanie tramandate. Una rete viene calata, un'altra e un'altra mentre l'odore salmastro di pesce, vecchio, inonda le nari, ma è un profumo familiare alla loro memoria quel lezzo penetrante, è una certezza di vita vissuta e ripetuta. Ora l'argano stridente, nel silenzio immobile, squarcia l'udito con il suo urlo di ferro e catena, la vita è una catena, pensa il giovane marinaio immaginando di spezzare il suono e liberarsi da quegli artigli invisibili e pesanti. La rete guizzante di vita sale piano al fianco, indifferente, della barca, bianca, che dondola ad ogni strappo di meccanico spasmo. E lì, 'improvviso, un urlo, una imprecazione,

il cibo della vita

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Nonna nonna” raccontami una storia, cominciavano così le nostre domeniche   infantili nella grande cucina che, con la sua luce dorata  i suoi profumi, ci abbracciava affettuosa e ci annunciava manicaretti e leccornie create apposta per noi.      Gesti antichi e ripetuti negli anni echeggiavano tra i fornelli, intrisi di un amore che, tramandato, passava di generazioni in generazioni alle donne di casa.         E li’, appoggiate con il mento sulle manine poste sul grande tavolo da lavoro, io e mia sorella Francesca aspettavamo accorate come cuccioli un anticipo sul grande pranzo domenicale.

Il cibo della vita

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 Il mio primo libro, una storia d'amore tra me e la vita che dura da un po di anni. Poi vi svelerò anche da quanti.