il cibo della vita
A volte ci capitava anche di dormire a casa della nonna e il povero nonno era costretto a trasferirsi nella fredda stanza degli ospiti e noi, maestose e festose, giacevano nel lettone con lei per una notte intera. Eravamo buffe, con l’attesa dipinta sul viso dalla gioia, sapevamo che la fiaba della notte sarebbe stata sempre più bella e che la nonna avrebbe raccolto per noi tutte le stelle del firmamento per illuminare i nostri occhi che, a mano a mano, si chiudevano con la complicità del sonno tra le ciglia riottose ad avvicinarsi per dare pace alla casa e alla matriarca affettuosa. Passava così il nostro giorno preferito e il lunedì ricominciava la scuola, preparavamo le cartelle belle con i pastelli a cera, le matite e i pennarelli colorati profumati di novità, i quaderni a righe e a quadretti , la merendina e c'era sempre un palpito di paura nell'affrontare un nuovo giorno scolastico, "avete fatto tutti i compiti, vi siete dimenticate ni