il sartu di riso

Una delle creazioni più gustose della cucina napoletana è il famoso sartu di riso, ma come è nato questo bellissimo piatto fatto con il riso in una città dove la pasta è regina?
Heee, ed è proprio grazie ad una regina che il sartu è arrivato nel regno di Napoli, ed  ora, con un piccolo salto indietro nel tempo, vi racconto la sua vera storia.
C'era una volta... si perché le storie che parlano di Re, Regine, principi e principesse non può che cominciare così, con la formula magica che incanta e rapisce l'attenzione  ma ora... Immaginate per un attimo un regno antico in una bellissima terra lontana lontana, piena di luce, suoni e lazzaroni, il regno di Napoli, le vie di questo regno erano antiche e grandi, lastricate di musica e postulati, i profumi del mare, che giungevano dal porto pungevano le narici e davano quasi la nausea alla giovane viaggiatrice che, con il naso nascosto in un fazzoletto di trine profumato di mughetto, guardava esterefatta e spaventata  la gran confusione che aveva avvolto l'arrivo della sua carrozza.
"Maman" pensava in Francese la giovanissima Maria Carolina con gli occhi colmi di nostalgia, lei aveva lasciato da pochi giorni l'austera corte asburgica per avventurarsi già sposa nella nuova avventura alla quale le ragion di stato l'avevano condannata, l'aspettava, non senza ansia, il suo sposo Ferdinando re del regno delle due Sicilie.
Lei era stata destinata, fin dalla nascita, a sposare un principe ereditario e, come le sue sorelle, sapeva per certo che sarebbe diventata regina, per questo motivo la sua educazione le aveva imposto di nascondere i veri sentimenti e di essere sempre altera e sprezzante.
Quale sorpresa fu, per questa principessa superba, scoprire che il suo re e sposo era un cafone ripugnante e puzzolente che a stento parlava in italiano e che non sapeva neanche una parola in francese, la sua amata lingua di corte.
Lei, proprio a lei era accaduto di trovarsi in una corte di zotici, arretrati mangiatori di maccheroni, e un più suo marito non conosceva l'uso delle posate, il re mangiava con le mani, "si cara sorella", scriveva la disperata Maria Carolina a Maria Antonietta, sposa sfortunata del re Luigi di Francia, (sfortunata perché fu decapitata assieme al marito durante la sanguinosa rivoluzione francese) "mio marito mangia addirittura con le mani un cibo assurdo e pesante che è davvero impensabile sulla tavola di un re" e fu così che la dolce sorellina, francese d'adozione, decise di aiutare la piccola di casa Asburgo Lorena inviandole dei cuochi sopraffini che con la loro arte avrebbero allietato, perlomeno, il suo palato. 
Fu così che i banchetti della corte napoletana si arricchirono delle delizie raffinate della cucina francese e resero il soggiorno della nuova regina più sereno. Ovviamente l'arrivo dei monsieur nelle cucine del regno scatenarono un putiferio di gelosie e di dispetti, ma questa è un'altra storia, però i francesi con la loro eleganza innata riuscirono a farsi rispettare dai loro omologhi napoletani rubando la scena e imponendo il loro squisito gusto. 
Ma su una cosa a Napoli erano irremovibili quando si parlava di cibo, non riuscivano a mandar giù il riso, era per i nobili partenopei un'offesa avere a tavola un piatto di riso, un cibo povero e misero che mal si addiceva al loro blasonato palato. 
Fu così che uno dei raffinati cuochi ebbe l'idea di condirlo con gli ingredienti preferiti di Ferdinando di Borbone re delle due Sicilie, tanto si sa che il riso va su tutto, e in francese questo "Su tutto" si traduce con un sour tout e da quì l'abbreviazione, o per meglio dire traduzione in napoletano, in sartu'. 
E fu proprio Ferdinando a rendere questo nuovo piatto famoso perché affascinato dalla sua leggerezza e dal suo sapore ne decreto' l'ingresso alla sua tavola. 
P. S. 
Un'altra traduzione franco napoletana si ebbe anche nei titoli che fregiavano i cuochi francesi, da Monsieur infatti nacquero a Napoli i  famosi Monsu'.
E la regina, direte voi, che fine a fatto? 
Bhe la regina, da buona partenopea d'adozione si scorcio' le maniche e prese in mano le redini del regno  facendolo diventare una potenza del mediterraneo, ma anche questa è un'altra storia e non proprio a lieto fine come si addice alle fiabe ma il mio in fondo è solo un racconto da una cucina, e ora vado a cucinare. 

Commenti

  1. Certo che il riso non era di nostra conoscenza e che i Monsú (cuochi francesi) al seguito dei francesi a Napoli cetcarono di coniugare la loro cultura culinaria con la nostra, quindi oggi si direbbe, ottima integrazione culturale e ottima contaminazione culinaria. Il Sartú io chiamo Sua Maestà.

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  2. Dimenticavo., il Sartú è solo di riso e come dire che bella calligrafia.. perché calligrafia già significa bella scrittura non c'è bisogno di scrivere anche bella. Non voglio essere o risultare pignolo, ma la cucina, quella vera é una cosa seria.

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